Non è stata una partenza imprevista, era malato da alcuni mesi ed era serenamente consapevole che il suo tempo stava terminando; questo gli ha permesso di vivere con grande passione i suoi ultimi giorni con uno spirito nuovo, uno ad uno, sapendo che ogni istante che il Signore gli donava era un regalo da godere e mettere a frutto per le persone a lui affidate.
Negli anni che ha passato qui a Sant’Egidio (dal 1974 al 1978) ha dissodato, seminato e coltivato il difficile terreno dei ragazzi e delle coppie giovani, pur essendo ammirato anche dagli adulti, forse un po’ diffidenti nei confronti di questo prete giovane e bello, con i capelli lunghi, che suonava la chitarra elettrica, giocava a tennis e fumava eleganti sigarette.
Cercando i ragazzi uno ad uno, tranquillizzando e convincendo i loro genitori a permettere di andare al campo, a farli uscire alla sera per le prove del «Recital», a farli partecipare con lui ad un viaggio in bicicletta fino in Svizzera, ha conquistato il cuore della gente e nei cortili della parrocchia ha creato un piccolo mondo allegro e amichevole che prima non esisteva.
Da quei pomeriggi passati in parrocchia a giocare a pallone in un campo coperto di ghiaia o a ping-pong in interminabili «americane», sono nati stili, idee, percorsi, amori, storie, che ancora oggi sono una ricchezza per Sant’Egidio.
I ragazzi che ha tirato su, ora cinquantenni, anche se hanno preso strade diverse, custodiscono nel cuore valori come la bellezza dell’amicizia, l’onestà, la correttezza nei rapporti fra le persone, la gioia di stare insieme a fare festa, valori in cui Andrea credeva, valori per i quali ha speso la vita.
Nei suoi occhi e nelle sue parole, l’ultima volta che ci siamo incontrati, abbiamo trovato una luce e una saggezza nuova che ci ha fatto comprendere lo spirito del «già e non ancora», che dovrebbe essere alla base della nostra vita cristiana: «Sono qui, fino a quando il Signore vorrà, e devo fare tutto il bene che posso, nel modo migliore possibile; devo accogliere le persone che mi chiedono di battezzare il loro bambino per Pasqua … anche se non so se per Pasqua ci sarò ancora …, devo organizzare il campo estivo per i ragazzi … anche se quest’estate non sarò più qui!».
Caro amico, «hai combattuto la buona battaglia, hai terminato la tua corsa, hai conservato la fede. Ora ti resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, ti consegnerà». Ciao don, grazie di tutto.
Fabio Capponcelli e Sandro Baldecchi
Cosa potremmo dire di don Andrea? Di tutto e di più: semplicità, signorilità, bontà, amore e rispetto verso tutti.
Sei stato un grande sacerdote.
Sappiamo di avere un amico in paradiso.
Anna e Lorenzo Benini