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Rassegna stampa

Venerdì 2 settembre 2016, Corriere di Bologna / CRONACA

All’ombra del campanile il torneo di calcetto per piccoli che unisce cristiani e islamici
Adam, Eimen, Omar, Samuele, Paolo e Fabio. Ma ci sono molti altri bambini che sulle maglie hanno preferito lasciare i nomi di grandi calciatori. Higuain e Ronaldo sono i più gettonati. E poi tante casacche di colore azzurro con la stessa scritta bianca: Italia. Quattro squadre, sei contro sei. E tutti contro l’arbitro. Un mini torneo di calcio come tanti, se non fosse per due coach speciali: don Giuseppe Scimè della chiesa di Sant’Egidio, in via San Donato, e il presidente della moschea di via Ranzani, Agron Bala. Le squadre, rigorosamente miste: cristiani e musulmani, insieme.
Bambini marocchini, kosovari, bosniaci, algerini e cinesi, poi i bolognesi e i figli, seconde generazioni, di genitori meridionali. Vivono tra San Donato e San Vitale. Alcuni si conoscono perchè frequentano la stessa scuola, altri giocano insieme in strada nei pomeriggi assolati. «Siamo condomini – scherza don Giuseppe – Il campetto che oggi (ieri, ndr) stanno usando questi ragazzini è a pochi metri dalla moschea». Rincorrono la palla, fanno il tifo, si arrabbiano. Esultano e alla fine si abbracciano tutti. Con naturalezza, al di là della proprie origini e del loro credo. Tra un calcio d’angolo e un rigore, l’aria che si respira racconta uno scorcio di quotidianità in un campetto che sembra d’altri tempi: cemento, linee bianche che arrivano a ridosso delle mura delle case e le porte senza rete. Sul tetto di una piccola casetta, a ridosso di una delle due porte, ci sono una ventina di ragazzini con le gambe a penzoloni che aspettano di giocare e intanto guardano incantati il campo. Un piccolo mondiale antirazzista a misura di quartiere. E di bambino. A bordo campo i genitori, che tifano per i propri figli e per i compagni di squadra. Bibite fresche e biscotti per il cambio campo. Sarà un caso, ma i biscotti sono gli «abbracci», gli stessi che il vescovo Matteo Maria Zuppi ha fatto consegnare a quanti hanno riempito la chiesa di San Pietro durante la sua presentazione alla città a dicembre.
E proprio Zuppi, poco prima del fischio d’inizio, telefona a don Giuseppe per congratularsi: «All’improvviso mi ha chiamato – spiega emozionato il parroco – mi ha detto che ero “Il Sant’Egidio più vicino a lui” e che poiché la sua storia di fede e la sua giovinezza si è svolta principalmente nella comunità di Sant’Egidio a Roma, ha partecipato alla nostra festa. Era molto contento».
A bordo campo, oltre al parroco, c’è anche l’imam Emran Hossain. Sorridono. Saranno loro, insieme, a consegnare la coppa alla squadra che ha vinto. Quella formata da Jacopo, Luca, Omar, Eminen e Fabio. Per tutti gli altri bambini, invece, una medaglia commemorativa dell’evento. «Abbiamo scelto i bambini perché non c’è nulla di diverso tra cristiani e musulmani e sul gioco questo è ancora più palese, vivere insieme e fare una vita felice insieme – dice Agron Bala, presidente della moschea di via Ranzani – è possibile. Sono bambini che si frequentano già, c’è chi fa la preghiera in moschea e poi passa in oratorio a giocare. E ci sono bimbi cristiani che sono venuti in moschea». Un percorso, quello che ha dato vita alle partitelle tra bimbi cristiani e musulmani, che si è sviluppato attraverso diverse iniziative di incontro. Don Giuseppe e l’imam della moschea, originario del Bangladesh, sono stati ricevuti in udienza dall’Arcivescovo già dopo l’attentato terroristico di luglio a Dacca. La prossima tappa dopo questo mini torneo? «Potrebbe essere una caccia al tesoro con indizi in tutte le lingue», racconta entusiasta un papà.
[di Maria Centuori]

Venerdì 2 settembre 2016, il Resto del Carlino / BOLOGNA PRIMO PIANO

CHIESA DI SANT’EGIDIO E CENTRO PENDIMI
Una partita di calcio a favore dell’integrazione

QUALCHE decina di ragazzini, un pallone e una lauta merenda, per promuovere convivenza e integrazione. Ieri, nel giorno di Sant’Egidio, l’omonima parrocchia di via San Donato ha organizzato, con la moschea kosovara «Pendimi» di via ranzani, un torneo di calcetto per i bambini del quartiere, senza distinzioni di appartenenza nazionale o religiosa. I bambini sono stati divisi in quattro squadre da sei che si sono sfidate per decretare la vincitrice. La squadra campione ha potuto sollevare la coppa, mentre tutti i partecipanti hanno ricevuto una medaglia come ricordo. Don Giuseppe Scimè, parroco di Sant’Egidio, ha sottolineato come questa idea sia «l’ennesima conferma della fratellanza che ci lega alla locale comunità musulmana». Gli ha fatto eco Agron Bala, presidente del circolo culturale kosovaro: «Sono orgoglioso di come le partite in programma abbiano suscitato l’entusiasmo dei ragazzi e delle loro famiglie, tutte convinte che condividere il gioco sia il primo passo per capirsi a vicenda».

Rassegna-stampa evento “Incontrarci per Conoscerci”

E’ disponibile anche un video dell’evento.

Corriere di Bologna, anteprima dalla prima pagina ed articolo.

La Repubblica, anteprima dalla prima pagina e due articoli



Sabato 13 Febbraio 2016, il Resto del Carlino / BOLOGNA PRIMO PIANO

L’INCONTRO L’ABBRACCIO DEL VESCOVO CON L’IMAM Di VIA RANZANI DURANTE LA VISITA ALLA PARROCCHIA DI SANT’EGIDIO
Mano tesa di Zuppi all’Islam: porte aperte nelle moschee
di MASSIMO SELLERI


UNA ACCOGLIENZA particolare per monsignor Matteo Zuppi. per tutta la Quaresima ogni venerdì pomeriggio l’arcivescovo si recherà in una parrocchia dove celebrerà la Santa Messa. Ad aprire l’esperienza è stata la parrocchia di Sant’Egidio e oltre al parroco, don Giancarlo Giuseppe Scimé, ad aspettare l’alto prelato era presente anche una delegazione del vicino centro culturale kosovaro «Moschea Pendimi». Strette di mano, abbracci, e prima di entrare in chiesa una richiesta e una sorta di benedizione per una attività che partirà a marzo.
«Da tempo ho una idea che vorrei realizzare… Presto vi contatterò». Come già annunciato agli studenti del Salvemini, durante una sua recente visita, Zuppi è convinto che per favorire l’integrazione serviranno iniziative per far conoscere la realtà musulmana.
Per questo motivo, vorrebbe concordare alcune occasioni, perché i cittadini di Bologna, e non solo i cristiani, possano visitare i luoghi di preghiera musulmani. È un esempio pratico di quel ‘dialogo’ che l’inquilino di via Altabella vorrebbe diventasse una regola della sua arcidiocesi, per abbattere il muro della diffidenza e pensare a una città abitata da realtà che sono in grado di apprezzarsi vicendevolmente proprio per le loro differenze.
La benedizione, invece, arriva per una iniziativa che vedrà impegnate la comunità islamica e quella cristiana. La parrocchia di Sant’Egidio e il centro ‘Moschea Pendimi’ abitano lo stesso territorio, le due entrate distano solo qualche numero civico di via Ranzani e, insieme, attraverso una attività di volontariato, si occuperanno della manutenzione di alcuni spazi comuni. Anche in questo caso si tratta di un servizio a tutta la cittadinanza e non solo a favore delle due comunità religiose. Si parte a marzo, con don Scimè che ha già iniziato un percorso con i suoi parrocchiani per arrivare a un lavoro comune che ha pochi precedenti sul territorio nazionale.

LA PRIMA stazione quaresimale si chiude con Zuppi che ribadisce quanto già detto in cattedrale mercoledì, durante la funzione delle ceneri. «La quaresima non deve essere un semplice elenco di buoni propositi e astinenza, ma un periodo di lotta contro il male per farci uscire dal nostro egocentrismo e andare verso i più bisognosi, per vivere insieme a loro la misericordia del Padre».

Domenica 14 febbraio 2016, Avvenire / Bologna 7

I musulmani: «Vicini ai fratelli cristiani»
La comunità musulmana della moschea di via Ranzani è vicina ai fratelli Cristiani Copti, nel giorno del ricordo dei tragici eventi avvenuti il 17 febbraio 2015 sulle spiagge libiche. L’Isis, con le violenze compiute, non rappresenta l’insegnamento islamico. Vi sia una ferma condanna verso ogni forma di violenza. La pace, la misericordia e il buon esempio, uniscano i popoli. Il Profeta Muhammad ha detto ai suoi compagni: «Non crederete finché non sarete misericordiosi». Ed essi risposero: «O Messaggero di Dio, noi siamo tutti misericordiosi». Il profeta riprese: «Non intendo la misericordia che ognuno di voi prova naturalmente per il proprio compagno, ma una misericordia che si estende a tutti». «Nel nome di Dio, il Misericordioso, il Clemente», questo è l’insegnamanto dell’Islam, in cui tutti noi ci riconosciamo.

Domenica 30 Agosto 2015, Avvenire / Bologna 7

Sant’Egidio in festa, si parla del Creato. Di Roberta Festi

Sarà il Creato il tema della festa patronale che si svolgerà da martedì 1 settembre a domenica 6 nella parrocchia urbana di Sant’Egidio. Nella giornata di apertura della festa, 1 settembre, due saranno le ricorrenze: la memoria liturgica di sant’Egidio e la prima <<Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato>>. <<Già in occasione della presentazione della Enciclica “Laudato si” di Papa Francesco sulla cura della casa comune, il 18 giugno – spiega il parroco don Giancarlo Giuseppe Scimè – era stata preannunciata l’intenzione di istituire un momento di preghiera per il Creato. Dal suggerimento del Metropolita Ioannis si Pergamo, rappresentante del Patriarca ecumenico Bartolomeo, condiviso dal Santo Padre, è nata la “Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato”, che la Chiesa cattolica da quest’anno, celebrerà il primo settembre, così come già da tempo avviene nella Chiesa ortodossa. Nello stesso giorno, tra l’altro, ricorre la decima “Giornata per la custodia del Creato”, promossa dalla Conferenza episcopale italiana, che quest’anno ha per tema “Un umano rinnovato, per abitare la terra”>>. Il programma religioso della festa prevede la Messa da martedì a sabato alle 18.30 e domenica alle 11: la solenne celebrazione di martedì sarà animata dalla Corale Sant’Egidio. Anche le iniziative musicali e culturali inizieranno martedì con la tradizionale serata, dalle 20, per i ragazzi al ritorno dai campi estivi: dopo le crescentine, musica dal vivo con Riccardo Roncagli (tastiera), Paolo Ferrari (basso), Samuele Magnoni (clarino) e Fabio Capponcelli (sax); mercoledì alle 21 al Cinema Perla: <<In viaggio sull’astronave Terra con papa Francesco>>, presentazione dell’Enciclica <<Laudato sì>> con Vincenzo Balzani, docente emerito di Fotochimica, che tratterà il primo capitolo, e il giornalista Guido Mocellin, che parlerà degli altri cinque. Si proseguirà giovedì alle 20 con la <<Serata pub con gioco-quiz>>, sulla raccolta differenziata, a cura del Gruppo giovani, venerdì alle 21 al Cinema Perla intrattenimento musicale con Annachiara Bartolini e, a seguire, Corrado Bartolini, docente emerito di Astronomia, presenterà: <<Origine e bellezza dell’universo>>. Sabato alle 20 apricena e alle 21 al Cinema Perla spettacolo teatrale <<I conti li facciamo alla fine>> con la Compagnia <<Giovani di San Giovanni>> e domenica pranzo comunitario con prenotazione.

Domenica 11 gennaio 2015, Avvenire / Bologna 7

Laboratorio di iconografia: colori, studio e preghiera

Per il settimo anno consecutivo l’Associazione Icona promuove un <<Laboratorio d’iconografia>> aperto a tutti, per iniziare o continuare un cammino di conoscenza del mondo dell’icona. <<Da alcuni decenni, si nota un ricupero di interesse per la teologia e la spiritualità delle icone orientali; è un segno di crescente bisogno del linguaggio spirituale dell’arte autenticamente cristiana>>. Così si esprimeva san Giovanni Paolo II in una lettera apostolica del 1987. Sostenuti da queste parole abbiamo sentito come un dovere dare la possibilità ad altri di incontrare l’iconografia che ancora oggi è l’unica arte liturgica riconosciuta dalla Chiesa indivisa.
Per noi bolognesi è bene ricordare che esiste un motivo in più, in quanto l’immagine che viene venerata in città è un’altica icona costantinopolitana, la Beata Vergine di san Luca, un’icona di tipo Odighitria, che significa Colei che indica la via, o la Conduttrice. Anche questo aspetto offre al nostro impegno verso l’iconografia una valenza ecclesiale molto forte. Ci sentiamo certamente sostenuti da una presenza così importante e quasi protetti, soprattutto da venti contrari che purtroppo non mancano mai.
Un’icona è uno strumento di preghiera, è come una pagina aperta di Vangelo, e il Vangelo non è sempre ben accetto, l’abbiamo letto più volte in questi giorni nel prologo del Vangelo secondo Giovanni.
Fattivamente, il <<Laboratorio>> consiste in lezioni teoriche e pratiche, per permettere una conoscenza più approfondita delle tematiche iconografiche. Quest’anno ci saranno due insegnamenti, uno sulle omelie a difesa delle sante immagini di Giovanni Damasceno, tenuto da Giuseppe Scimè, e uno sui cicli dei mosaici ravennati, tenuto da Giovanni Gardini.
Le lezioni pratiche saranno volte a realizzare un approfondimento dello studio di un volto del Cristo per il corso avanzato, mentre per i partecipanti ci sarà un’iniziazione di base con lezioni di disegno e realizzazione di un volto più semplice

Giancarlo Pellegrini

<Da alcuni decenni – scriveva San Giovanni Paolo II -, si nota un ricupero di interesse per la teologia e la spiritualità delle icone orientali; è un segno di crescente bisogno del linguaggio spirituale dell’arte autenticamente cristiana>


Domenica 31 Agosto 2014, Avvenire / Bologna 7

Sant’Egidio. Prende il via domani una settimana di festa religiosa e folcloristica per il patrono

Inizia domani, nella parrocchia urbana di Sant’Egidio, guidata da don Giancarlo Giuseppe Scimè, la festa in onore del patrono. La novità di quest’anno sarà il nuovo inno composto in onore del Santo patrono, che sarà inaugurato domani nella Messa delle 18.30, animata dalla <<Corale sant’Egidio>>. Il programma religioso proseguirà con la Messa alle 18.30, tutti i giorni da martedì a sabato, e domenica alle 11. Nelle serate di domani, martedì e mercoledì, cena e animazione, mentre giovedì e venerdì alle 21 al cinema <<Perla>> si terranno rispettivamente una conferenza di don Bruno Bignami (Cremona), presidente della <<Fondazione don Primo Mazzolari>> su <<Don Primo Mazzolari alla luce dell’Evangelii Gaudium di Papa Francesco>> e lo spettacolo <<Settanta volte sette>> della <<Compagnia teatrale Giovani>> di San Giovanni (Santissimo Salvatore). Sabato alle 21 spettacolo all’aperto della scuola di danza <<perLaDanza>>. La settimana di festa si concluderà domenica alle 12.30 con il pranzo comunitario.


Domenica 16 Giugno 2013

Sant’Egidio. Cento iscritti, tanta voglia di stare insieme
Tutta la comunità in campo: ecco la ricetta dell’iniziativa

di Eleonora Gregori Ferri

Un arcobaleno fatto di cappellini rossi, gialli, verdi e blu ha colorato gli oratori delle parrocchie bolognesi: è l’iniziativa Estate ragazzi, l’iniziativa diocesana ideata dalla pastorale giovanile per arricchire le giornate estive dei giovani dai 6 ai 13 anni. Alcuni frequentano la parrocchia anche durante l’anno, altri aspettano giugno per ritrovarsi insieme ai propri amici tutte le mattine, dal lunedì al venerdì, dal 10 al 28 giugno. Nella parrocchia di Sant’Egidio, in via San Donato, sono circa 80 gli iscritti e 30 i ragazzi che compongono l’équipe degli animatori, principalmente studenti delel scuole superiori. Questi ultimi sono guidati da Chiara Scognamillo, che come molti di loro ha iniziato da bambina a frequentare Estate ragazzi, diventando prima aiuto animatore e proseguendo poi negli anni questa esperienza. Le attività con cui si intrattengono i ragazzi variano spesso, mentre alcuni momenti si ripetono quotidianamente per suggerire un certo imprinting alla giornata. L’accoglienza in chiesa è alle ore 8 per i genitori che iniziano a lavorare presto; alle 9 si prega insieme e si svolge una breve riflessione sul Vangelo a cura del parroco, don Giuseppe Scimé. In cortile si canta l’inno di Estate ragazzi 2013, seguito dalla recita di una breve scenetta sul tema di quest’anno, la storia di Zaccheo e già prima dell’ultima battuta sono tutti in piedi, pronti a mettersi in gioco. Il pranzo è preparato da un gruppo di genitori ed è compreso nella quota d’iscrizione. La mattinata trascorre all’insegna di un giocone, ovvero una sfida avvincente durante la quale i componenti delle quattro squadre – tante quanti sono i colori dei cappellini – sono spronati a dare il meglio di sé, comportandosi sempre con lealtà e rispetto. <<E’ un’ora e mezzo nella quale stimoliamo tra i bambini l’affiatamento – spiega Chiara – . I cappellini in particolare sono l’anima di ciascuna comitiva. Quando un bambino ne perde uno corendo, c’è sempre un amico dietro di lui pronto a raccoglierlo ed a restituirglielo soffiando via la polvere>>. E per pazzare lontano i dissapori e creare nuovi rapporti, nel pomeriggio i gruppi sono misti. Quando è il turno di avviamento allo sport ci si divide tra il corso di danaza nella sala parrocchiale, appositamente attrezzata, quello di rugby al Villaggio del Fanciullo ed infine basket e karatè. Gli altri giorni si può scegliere tra laboratori di pittura, usica o teatro in preparazione dello spettacolo che si terrà nella serata conclusiva. Lavorare stanca e giocare è un’attività altrettanto dura, dunque sono previsti una merenda e tempo libero. Si sente l’odore forte dello smalto e le risate delel bambine che formano un gruppetto a parte, mentre sotto il canestro i ragazzi si scambiano carte da gioco collezionabili. <<Sono davvero in tanti! – esclama Nicolas, 17 anni, da tre animatore – . Solo a Estate ragazzi ci si trova davanti ad un centinaio di bambini e questo fa riflettere e fa nascere un certo senso di responsabilità>>. Sono settimane di crescita non solo per i ragazzi, bensì per tutta la parrocchia, come spiega don Giuseppe: <<C’è un coinvolgimento positivo di molte famiglie e un grande beneficio per chi in questo periodo si trova in difficoltà. Per questo mi è dispiaciuto che dai condomini dei palazzi adiacenti ai nostri spazi siano provenute delle lamentele per gli schiamazzi. La vera forza di Estate ragazzi risiede proprio nel valore sociale della proposta, perché di fatto è un servizio alla cittadinanza>>. Un’impronta cristiana su di un progetto per il bene comune.

Domenica 25 Agosto 2013, Avvenire / Bologna 7

Sant’Egidio. Ricco calendario di appuntamenti religiosi e culturali per ricordare il santo protettore

La parrocchia di Sant’Egidio, guidata da don Giancarlo Giuseppe Scimè, dal 1° settembre festeggierà il suo patrono con una serie di appuntamenti che si protrarranno fin olter la metà del mese. Il tema delal festa di quest’anno è: <<L’accoglienza>>. Il programma religioso prevede: domenica 1, giorno dedicato al santo, Messa solenne alle 11, animata dalla corale di Sant’Egidio, alle 19 Vespri solenni e alle 18.30 Messa; sabato 7 alle 18 Vespri e salle 18.30 Messa prefestiva, e domenica 8 Messe alle 11 e 18.30. Negli stessi giorni, il calendario degli eventi culturali e ricreativi prevede: domenica 1 dal pomeriggio giochi per i bambini, animazioni, pesca di beneficenza e mercatini, in serata crescentine e intrattenimento jazz; sabato 7 alle 16.30 <<Sant’Egidio negli affreschi della chiesa>> arte e musica a cura dello storico d’arte marco Bollina e della corale di Sant’Egidio, in seguito <<Serata pub>> con intrattenimento musicale; domenica 8 pranzo della comunità, poi animazioni, mercatini e pesca di beneficenza; nfine mercoledì 18 alle 21 <<Le novità del Concilio>> incontro al Cinema Perla con monsignor Luigi Bettazzi.

Domenica 10 Novembre 2013, Avvenire / Bologna 7

Locandina-E-Voi-che-teatro-siete.pdf

Sant’Egidio, rappresentazione teatrale per concludere l’Anno della fede

(Alessandro Cillario) In occasione della conclusione dell’Anno della fede, voluto da Papa Benedetto XVI e portato avanti da Papa Francesco, il gruppo teatrale amatoriale «Lolek» della parrocchia di Sant’Egidio, mette in scena lo spettacolo «Antologia della fede ovvero “E voi che teatro siete?”». [→ accesso per abbonati ad Avvenire]

Venerdì 15 alle 21, sulle tavole del cinema parrocchiale Perla, gli spettatori vedranno un gruppo teatrale alle prese con l’allestimento di uno spettacolo che ha per tema argomenti di carattere sacro. Mille le dificoltà di ogni genere che si frapongono durante le prove: malintesi, ambizioni segrete, incompetenze e mancanza di denaro. Al cast si uniscono alcuni personaggi esterni: passanti, musicisti, fedeli e persone sedue tra il pubblico. Mostrando a se stessi e agli altri le proprie fragilità, gli attori riusciranno a intravedere una possibile ragione per stare tutti insieme in scena. <<Questo spettacolo è nato dall’esigenza di valorizzare la chiusura dell’Anno della fede – afferma don Giancarlo Giuseppe Scimè, parroco di sant’Egidio -. Dopo diverse iniziative parrocchiali volte ad esaltarlo, abiamo deciso di approfondireanche attraverso l’arte il tema della fede. Il magistero, la tradizione, le Sacre Scritture, ci dicono che questa nasce dall’ascolto. Così è stato creato uno “spettacolo nello spettacolo”>>. Lolek, soprannome del giovane Karol Wojtyla, il beato Giovanni Paolo II presto canonizzato, è il nome scelto dal gruppo di parrocchiani di sant’Egidio che metterà in scena lo spettacolo, e che da vari anni opera in parrocchia condividendo la passione per il teatro sacro. <<Lo sforzo che questo gruppo ha fatto – conclude don Scimè – è stato quello di riproporre l’ascolto della Parola, che nella nostra vita quotidiana si incarna in eventi, persone e luoghi, attraverso l’arte>>.

15 Novembre 2013, la Repubblica

TEATRO SACRO
In occasione della conclusione dell’Anno della fede, voluto da Papa Benedetto XVI e portato avanti dal Papa Francesco, il gruppo teatrale amatoriale Lolek della Parrocchia di S. Egidio presenta stasera, alle 21, al cinema Teatro Perla di via San Donato 7 lo spettacolo <<Antologia della fede ovvero “e voi che teatro siete?”>>.

Lolek, soprannome del giovane Karol Wojtyla, è il nome scelto da un gruppo di parrocchiani di S. Egidio accomunati dalla passione per il teatro sacro.