Notizie dalla parrocchia di S. Egidio
Anno 2013 Numero 1
Mercoledì 8 Maggio 2013
Carissimi parrocchiani e amici, il I numero delle Notizie dalla parrocchia di quest’anno contiene il testo dell’omelia che ho pronunciato durante la messa della nostra parrocchia davanti all’Icona della Madonna di S. Luca in Cattedrale martedì 7 Maggio, testo che alcuni di voi mi hanno richiesto.
Martedì 7 Maggio 2013
Omelia durante la messa della Parrocchia di S. Egidio
davanti all’Icona della Madonna di S. Luca in Cattedrale
Letture Gdt 13,14.17-20 Sal 26 Lc 11,27-28
Cari fedeli qui convenuti, carissimi parrocchiani di S. Egidio, anche quest’anno siamo giunti all’appuntamento con Maria nella nostra amata Chiesa cattedrale. La consuetudine dell’incontro che oggi riviviamo non cancella dal nostro cuore lo stupore per i doni di Dio che di anno in anno ci vengono elargiti, per sua sola misericordia.
La Chiesa, nelle preghiere mariane apprese fin da bambini in famiglia ed in parrocchia, ci ha insegnato ad ammirare la bellezza della Madonna ed in lei il mistero di grazia che può risplendere specialmente nelle donne, vergini, spose e madri, immagini efficaci dell’amore di Dio per Israele e per l’intera umanità.
In particolare, nelle donne sante di cui ci parla la Sacra Scrittura che ci vengono presentate dalla Liturgia, abbiamo imparato presto a vedere un riflesso di Maria, la tutta pura e la tutta santa.
Così anche oggi, nella figura veterotestamentaria di Giuditta, che torna vincitrice all’accampamento israelita di Betùlia dopo avere sedotto e sconfitto il generale pagano Oloferne, abbiamo riconosciuto lei, Maria, la quale, secondo il primo gioioso e antico annunzio della salvezza già contenuto nel libro della Genesi, sarebbe giunta nella pienezza dei tempi a schiacciare la testa del Nemico (cf. Gen 3,15). Giuditta si sente dire infatti: «Benedetta sei tu, figlia, davanti al Dio altissimo più di tutte le donne che vivono sulla terra, e benedetto il Signore Dio che ha creato il cielo e la terra e ti ha guidato a troncare la testa del capo dei nostri nemici. Davvero il coraggio che ti ha sostenuto non sarà dimenticato dagli uomini, che ricorderanno per sempre la potenza di Dio» (Gdt 13,18-19).
Anche nel breve tratto evangelico odierno sentiamo una voce anonima che si leva dalla folla mentre Gesù sta ancora parlando. Il Cristo sta annunziando la liberazione dall’oscura forza dei demoni. Sta dicendo che egli, Gesù, «col dito di Dio» restituisce ai prigionieri del Diavolo la libertà e la pace. Come dunque non pensare alla fortuna della madre di un tale uomo di Dio? Quale madre qui presente non desidererebbe avere avuto un figlio come Gesù? Gesù sta dicendo di essere finalmente giunto, lui, il più forte, per vincere lo spirito del male – che sembra forte – e strappargli via le armi nelle quali il Nemico confidava (cf. Lc 11,22). Come non lodare ammirati il ventre ed il seno che hanno portato ed allattato un uomo così forte? Dopo la cugina Elisabetta che ha detto a Maria: «Beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto» (Lc 1,45), la voce anonima del Vangelo di Luca oggi ripete, rivolgendosi a Gesù, la lode ammirata ed entusiasta per sua madre: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!» (Lc 11,27).
Dobbiamo prestare ora una grande attenzione alla risposta di Gesù. Egli invita quella folla ed oggi tutti noi a correggere il tiro delle nostre emozioni, con le seguenti parole: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!» (Lc 11,28).
Cari fedeli, anche noi siamo qui oggi per lodare ammirati una donna straordinaria e speciale, Maria. Ma Gesù, suo figlio, qui presente e vivo perché risuscitato dai morti, corregge il nostro atteggiamento e quasi sposta la nostra attenzione: non solo Maria è beata, non solo il suo grembo ed il suo seno! Non solo Giuditta è da lodare per la sua bellezza e per la sua grazia, prefigurazioni della bellezza e della grazia di Maria nostra madre. Tutti noi, cari fedeli, possiamo essere beati, possiamo partecipare umilmente alla beatitudine di Maria! La condizione è chiara: ascoltare la parola di Dio e custodirla con amore. Ogni volta che noi ascoltiamo, come in questo momento, Dio che ci parla e cerchiamo di fare scendere nel nostro cuore la sua parola, ecco, diventiamo beati, come Maria che ha accolto davvero con amore il Verbo che in lei si è fatto carne (cf. Gv 1,14). Anche noi, come Maria, siamo chiamati a tale beatitudine. E per questo anche noi, come lei, possiamo dire il Magnificat, perché ognuno di noi, nella sua debolezza, con ancora più verità di Maria può esclamare che «Dio ha guardato alla miseria della sua serva» (Lc 1,48).
Sia lodato Gesù Cristo.
Scarica in formato PDF Notizie S.Egidio 2013 N.1
Commenti