Avvisi dal 15 al 29 settembre 2019
Avvisi dal 15 al 29 settembre 2019
Domenica 15 settembre XXIV tempo Ordinario
11.00 Messa, 18.00 secondi Vespri, 18.30 Messa
Nei giorni feriali della settimana da Lunedì a sabato
17.30 Rosario, 18,00 Vespri, 18.30 Messa e Lectio
Mercoledì 18 settembre ore 20, 1944 – SILENZIO SUL MONTE SOLE – Anteprima Film di L.K.Stanzani – 20,45 Cinema Perla ingresso libero
Domenica 22 settembre XXV Tempo Ordinario
11.00 Messa: festeggiamo il 1° anniversario di ordinazione di Don Luca 18.00 secondi Vespri, 18.30 Messa
Dalle 14,30 alle 19,30 Seminario Arcivescovile Congresso diocesano catechisti e educatori
Nei giorni feriali della settimana da lunedì a sabato
17.30 Rosario, 18,00 Vespri, 18.30 Messa e Lectio
Domenica 29 Settembre – XXVI T.O. 70° Stragi di Monte Sole
11.00 Messa, 18.00 secondi Vespri, 18.30 Messa
Nel pomeriggio Pellegrinaggio diocesano a Monte Sole
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Introduzione dell’Arcivescovo al Programma Pastorale
2019 – 2010
LA SETE DI DIO
Comunicare il Vangelo e vivere itinerari di iniziazione cristiana è la gioia delle nostre comunità e di ognuno di noi, chiamati a lavorare nella messe di questo mondo. È il senso della nostra “vocazione”, la nostra santità, cioè essere suoi. Vogliamo comunicare la gioia di essere cristiani oggi, nel nostro tempo pieno di difficoltà ma anche di opportunità, aiutando la Madre Chiesa a donare a tanti l’infinita misericordia del Padre e contenti di poterlo fare con le nostre parole e con la nostra vita. “Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno, per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti” (Evangelii Gaudium, 164) è il contenuto della comunicazione del Vangelo, è il Vangelo tutto.
Ogni discepolo di Gesù può dare frutti ed è inviato a tutti, senza filtri e senza paure, perché il suo amore per Gesù non resti un fatto privato, individuale, nascosto, ma diventi incontro, amicizia, fedeltà, misericordia, amore vicendevole tra di noi e verso tutti. È una gioia poterlo fare insieme, tutta la Chiesa di Bologna.
Il cammino che iniziamo non si esaurisce in un’attività o in un momento di sforzo per poi tornare alla vita di sempre. Comunicare il Vangelo è la vita ordinaria del cristiano e ci porta ad un atteggiamento personale e di comunità attento al mondo intorno e alle persone che incontriamo. Noi, deboli e contraddittori come siamo, siamo chiamati a trasmettere l’amore di Dio.
Le nostre comunità stanno vivendo una trasformazione importante, a volte difficile, con qualche preoccupazione e fatica. Comunicare il Vangelo e generare dei cristiani, iniziare con persone nuove, “lontane” e iniziare anche da noi, ci cambia come quando nasce in famiglia un figlio o un nipote. Tutto non è più come prima: scopriamo energie che non avevamo, sorge in noi la voglia di rivivere esperienze, la gioia di vedere in maniera nuova le cose di sempre, troviamo parole più vere e nuove per spiegare e capire quello che già pensavamo di conoscere.
Noi non vogliamo vivere per noi stessi, perché abbiamo scoperto che il nostro io trova pienezza solo incontrando il Tu dell’amore di Dio e legandosi al noi che è la comunità dei fratelli e delle sorelle. Comunicare il Vangelo inizia vedendo quel tu, fermandosi ad ascoltare, iniziando a parlare, trasformando il “pozzo” in un luogo di vero incontro. Questo può avvenire in tutte le stagioni della vita: per i giovani che cercano risposte e persone vere e non animazione vuota, per gli adulti pieni di domande e spesso di solitudine, per gli anziani che possono scoprire il tanto che hanno da dare agli altri, per i vecchi che non smettono di guardare con speranza il mistero della vita.
Non ci rassegniamo a non avere figli e fratelli nuovi, prigionieri della sorda convinzione che “tanto è inutile” o che “già lo abbiamo provato”. Di fronte alla secolarizzazione non serviamo la verità isolandoci, illudendoci così di proteggerla, ma conoscendola, vivendola e comunicandola ad una generazione che ne ha sete. Gesù è la verità e non abbiamo paura di iniziare da Lui per fare conoscere il suo amore. Liberiamoci dall’ansia odierna di arrivare a risultati immediati, che poi porta a non tollerare “il senso di qualche contraddizione, un apparente fallimento, una critica, una croce” (EG 85).
Cominciamo con fiducia anche se con la dolorosa consapevolezza delle nostre fragilità. Gesù si fida di noi. Certo, sappiamo quanta desertificazione spirituale si è prodotta in alcuni luoghi, “frutto del progetto di società che vogliono costruirsi senza Dio o che distruggono le loro radici cristiane”, tanto che “lì il mondo cristiano sta diventando sterile, e si esaurisce, come una terra supersfruttata che si trasforma in sabbia”. Ma “nel deserto si torna a scoprire il valore di ciò che è essenziale per vivere”. Papa Francesco ci ricorda che nel mondo contemporaneo “sono innumerevoli i segni, spesso manifestati in forma implicita o negativa, della sete di Dio, del senso ultimo della vita”. “Nel deserto c’è bisogno soprattutto di persone di fede che, con la loro stessa vita, indichino la via verso la Terra promessa e così tengono viva la speranza». Proprio noi siamo chiamati ad essere persone-anfore per dare da bere agli altri.
Aiutiamo la nostra Madre Chiesa con la preghiera, con la presenza, con la disponibilità e soprattutto parlando a tanti dell’amore di Gesù con la nostra vita, percorrendo strade dove con semplicità posiamo fare conoscere il Signore e il suo amore.
In questo anno ricordiamo i 150 anni dalla morte di Santa Clelia, giovane donna che, piccola per gli uomini ma grande perché piena di Dio, con tanta intelligenza umana comunicò il Vangelo. A lei, a Padre Marella, che coinvolse l’intera città nel sacramento del povero e del fratello e sempre con l’intercessione della Madonna di San Luca, luce che dall’alto orienta e protegge la città degli uomini, affidiamo questo cammino, che rafforzerà la nostra comunione e ci permetterà di vivere e donare a tanti l’Evangelii Gaudium”.
Bologna, 4 agosto 2019, Festa di S. Domenico
✠ Matteo Zuppi Arcivescovo
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