Via San Donato, 38
40127 BOLOGNA
Tel. 051.24.40.90

S.Messe

Domenica: ore 9 e 11
Lunedì: ore 7 e 18.30
Martedì: ore 7 e 18.30
Mercoledì: ore 7 e 18.30
Giovedì: ore 7 e ore 18.30
Venerdì: ore 7 e ore 18.30
Sabato e prefestivi: ore 18.30

Confessioni

Su appuntamento oppure prima o dopo le Messe

Offerte

È possibile sostenere la Parrocchia nelle sue necessità ed attività con un'offerta tramite versamento su:
- CC bancario IBAN: IT 63 W 02008 02466 000001501974
Per maggiori informazioni...

Funerale di Fabio Capponcelli

Lunedì 24 marzo
  • ore 9-11 camera ardente S. Orsola;
  • ore 11,30 Esequie con Messa a S.Egidio
  • ore 15 tumulazione al cimitero di Monteacuto Ragazza
  • Foglietto di Domenica 9 marzo

    Caritas parrocchiale di Sant’Egidio

    Foglietto delle Letture

    Domenica 9 marzo 2025 – I Quaresima C

    Deut.26,4-10

    4Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani e la deporrà davanti all’altare del Signore, tuo Dio, 5e tu pronuncerai queste parole davanti al Signore, tuo Dio: “Mio padre era un Arameo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una Nazione grande, forte e numerosa. 6Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. 7Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; 8il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi. 9Ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele. 10Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato”. Le deporrai davanti al Signore, tuo Dio, e ti prostrerai davanti al Signore, tuo Dio.

    Commento

    5e tu pronuncerai queste parole davanti al Signore, tuo Dio… Il brano di oggi è la professione di fede del popolo; non contiene principi etici o teologici. Proclama come “promemoria” da trasmettere ai figli ciò che Dio ha fatto nella storia per il Popolo. Possono essere trascorse molte generazioni, ma ciascun fedele professa che “mio padre” era un nomade chiamato da Dio in Abramo, e ricorda personalmente il Faraone: e anche oggi, Pasqua 2025, nella “haggadah” della cena pasquale ogni papà risponderà alla domanda rituale del figlio più piccolo: << quello che facciamo questa sera è in grazia di quanto il Signore ha operato per me, quando io sono uscito dall’Egitto.>> (Esodo 13, 8). Il credente in ogni epoca non è “erede” di una tradizione religiosa, è protagonista diretto della salvezza di Dio. Caritas parrocchiale di Sant’Egidio. Questa lettura ci invita, come il vangelo di oggi, a farci una domanda fondamentale: a chi mi prostro? Chi è il mio Signore? La questione è chi o cosa servo! Nel brano di Dt ci sono due riconoscimenti: mio padre era un vagabondo errante senza meta nè senso; ci siamo trovati oppressi in modo disumano. Mi sembra che il testo insista molto su questo: gli Egiziani ci maltrattarono; il Signore vide la nostra miseria; abbiamo gridato, il Signore ci ha liberato e ci ha donato la terra. Quindi davanti a chi mi inchino? A chi penso di dovere la mia vita? Ognuno di noi è chiamato a dare una risposta. In un mondo pieno di proposte e sollecitazioni è facile vagare senza uno scopo ne identità. Credo che siamo invitati a liberarci dei tanti idoli che sembrano darci vita e invece ci uccidono. La quaresima ci richiama a questa essenzialità, solo davanti a Dio dobbiamo prostrarci per essere di tutto il resto signori. Sandro, diacono, Sant’Egidio.

     

    Salmo 90

    1 Chi abita al riparo dell’Altissimo passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
    2 Io dico al Signore: “Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio in cui confido”.

    [3 Egli ti libererà dal laccio del cacciatore, dalla peste che distrugge.
    4 Ti coprirà con le sue penne, sotto le sue ali troverai rifugio;

    la sua fedeltà ti sarà scudo e corazza.
    5 Non temerai il terrore della notte,

    né la freccia che vola di giorno,
    6 la peste che vaga nelle tenebre, lo sterminio che devasta a mezzogiorno.

    7 Mille cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra, ma nulla ti potrà colpire.

    8 Basterà che tu apra gli occhi e vedrai la ricompensa dei malvagi!
    9 “Sì, mio rifugio sei tu, o Signore!”. Tu hai fatto dell’Altissimo la tua dimora:]

    10 non ti potrà colpire la sventura, nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
    11 Egli per te darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie.

    12 Sulle mani essi ti porteranno, perché il tuo piede non inciampi nella pietra.
    13 Calpesterai leoni e vipere, schiaccerai leoncelli e draghi.

    14 “Lo libererò, perché a me si è legato, lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome.
    15 Mi invocherà e io gli darò risposta; nell’angoscia io sarò con lui, lo libererò e lo renderò glorioso.
    16 Lo sazierò di lunghi giorni e gli farò vedere la mia salvezza”.

    Rm.10,8-13

    8Che cosa dice dunque Mosè? Vicino a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore, cioè la parola della fede che noi predichiamo. 9Perché se con la tua bocca proclamerai: “Gesù è il Signore!”, e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. 10Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. 11Dice infatti la Scrittura: Chiunque crede in lui non sarà deluso. 12Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. 13Infatti: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato.

    Commento

    Anche Paolo ci chiama a “professare”, a riconoscere che la causa della nostra salvezza è Dio. Ma non basta proclamare a parole la propria fede: Paolo dice che è alla luce della Pasqua di Gesù che possiamo comprendere e far vivere in noi le parole del Deuteronomio: “vicino a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore”. Allora si comprende meglio che saremo salvi se confessiamo con la bocca e crediamo con il cuore che Gesù è il Signore: quella Parola è il Signore e Lui – che l’ha messa nel nostro cuore e sulla nostra bocca – ci porta alla salvezza. E a conferma “vicino a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore” Paolo cita i profeti: “CHIUNQUE (greco o giudeo) crede in lui non sarà deluso” (Is 28,16); “CHIUNQUE invocherà il nome del Signore sarà salvato” (Gl 3,5). Invocare (ancora Lui – Parola, e la nostra voce) il nome del Signore è riconoscimento della sua santità e divinità e bontà infinita. Luisa, Caritas parrocchiale di Sant’Egidio. Paolo conclude con una rassicurazione: “Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato”. Poco prima ha scritto: “con il cuore si crede (…) con la bocca si fa professione di fede per avere la salvezza”. Non basta dunque invocare il Signore in modo generico, nell’attimo del bisogno, nell’urgenza del momento…. Le parole di Paolo mi risuonano categoriche, mi richiamano ad un impegno costante, mantenere viva la Fede. Se la fede è un dono, è un dono grande nella mia piccolezza, ma irrinunciabile. E’ la luce che illumina la strada, il percorso dell’intera vita, nella buona e cattiva sorte, alimenta la Speranza e si accresce nella Carità. In Fede-Speranza- Carità vedo del dinamismo, nessuna staticità. L’invocazione al Signore è riuscire ad accogliere e accrescere una Fede viva, salda ma non statica. Giulia, Caritas parrocchiale di Sant’Egidio.

    Lc. 4,1-13

    1 Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, 2per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. 3Allora il diavolo gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane”. 4Gesù gli rispose: “Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo”. 5Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra 6e gli disse: “Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. 7Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo”. 8Gesù gli rispose: “Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”. 9Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; 10sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano; 11e anche: Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”. 12Gesù gli rispose: “È stato detto: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”. 13Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

    Commento

    Mi sono chiesto: perché Satana si presenta a Gesù nel deserto, il luogo desolato e solitario per antonomasia in qualunque cultura del mondo? Perché non si avvicina a lui quando è con i discepoli o quando sta guarendo i malati? Gesù è stanco e provato dal digiuno, da solo nel deserto, e lì si presenta il maligno a proporre delle tentazioni a cui è difficile resistere per chiunque, in un momento di tale debolezza. Perché proprio allora? – Mi sembra che Gesù si sia posto nella stessa condizione di Adamo ed Eva: soli con Dio (il deserto) davanti al suo amore. La tentazione per loro e per Gesù è “fare da sé” anziché abbandonarsi a Dio (“sei sicuro che Lui ti vuole bene? “pensa a te”, fà qualcosa tu per la tua felicità, invece di fidarti di “Lui”). Questo contengono le tre proposte che fa il Satana a Gesù:  Con la proposta del “pane senza lavoro” Satana propone di sfuggire alla realtà quotidiana del bisogno materiale con l’illusione del benessere “facile”;  Con la proposta del potere e della gloria, Satana offre la esaltazione di sé, che il potere dà a chi accetta, in cambio, di servire un sistema di oppressione;  Con il fascino del miracoloso Satana propone la scorciatoia di una realtà illusoria, di verità “facili”, evitando l’umile e faticoso sforzo della fede di ogni giorno. – Io penso che le tentazioni propongano a Gesù di tenere per sé la propria vita (“chi salverà la propria vita in questo mondo…”). Ma al contrario di Adamo ed Eva, al contrario del Popolo nel deserto dell’Esodo, Gesù, nuovo Adamo, nuovo Israele, soprattutto Nuovo Uomo, vince perché la Parola di Dio è la sua guida. Filippo di Sant’Egidio. – Gesù nella terza tentazione subisce il fascino del “religioso”: essere innalzato all’apice dei simboli della fede (Sion, il Tempio) e sfruttare il fascino del “trascendente”. A Gesù è proposto di essere Idolo egli stesso. Gesù non accetta, e quando andrà a Gerusalemme non salirà sul pinnacolo del tempio ma sulla Croce. A tre proposte di Satana, in fondo una sola risposta di Gesù: il vero pane è altro, solo la Parola del Vangelo nutre la vita. Caritas parrocchiale di Sant’Egidio. Nel Salmo 90 il riconoscimento della Sua bontà e della Sua cura per noi è espresso con un abbandono e una fiducia quasi commoventi. Anche se le vicende della nostra vita e del momento storico che stiamo vivendo ci fanno tremare e anche piangere, possiamo pregare con le parole di questo salmo. Pregare per noi e per i nostri figli, per tutti i giovani e i bambini.

    Foglietto di Domenica 2 marzo

    Caritas parrocchiale di Sant’Egidio

    Foglietto delle Letture

    Domenica 2 marzo 2025 – VIII TOC

    Sir 27,4-7

    4Quando si scuote un setaccio restano i rifiuti;
    così quando un uomo discute, ne appaiono i difetti.
    5I vasi del ceramista li mette a prova la fornace,
    così il modo di ragionare è il banco di prova per un uomo.
    6Il frutto dimostra come è coltivato l’albero,
    così la parola rivela i pensieri del cuore.
    7Non lodare nessuno prima che abbia parlato,
    poiché questa è la prova degli uomini.

    Il Lezionario  ci propone il Salmo 91

    1Cor 15,54-58

    54Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d’incorruttibilità e questo corpo mortale d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura:
    La morte è stata inghiottita nella vittoria.
    55 Dov’è, o morte, la tua vittoria?
    Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?

    56Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la Legge. 
    57Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! 
    58Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, progredendo sempre più nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.

    Lc. 6,39-45

    39Disse loro anche una parabola: “Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? 
    40Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
    41Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? 
    42Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
    43Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. 
    44Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. 
    45L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.