Via San Donato, 38
40127 BOLOGNA
Tel. 051.24.40.90

S.Messe

Domenica: ore 9 e 11
Lunedì: ore 7 e 18.30
Martedì: ore 7 e 18.30
Mercoledì: ore 7 e 18.30
Giovedì: ore 7 e ore 18.30
Venerdì: ore 7 e ore 18.30
Sabato e prefestivi: ore 18.30

Confessioni

Su appuntamento oppure prima o dopo le Messe

Offerte

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PROGRAMMA LITURGICO dal 23 giugno al 2 luglio 2017

Venerdì 23 giugno,
Solennità del S. Cuore di Gesù,
Giornata di santificazione sacerdotale
6 Ufficio delle Letture, 7 Lodi, 17.30 Rosario, 17.55 Vespri,
18.30 Messa, 19.15 Lectio Divina.
Sabato 24 giugno,
Solennità della Natività di S. Giovanni Battista,
LXXXVIII anniversario della Dedicazione della Chiesa di S. Egidio (1929)
17.30 Rosario, 17.55 Primi Vespri,
18.30 Messa animata dalla Corale.
Domenica 25 giugno,
XII del tempo ordinario,
Giornata per la carità del Papa
6.30 Ufficio delle Letture, 8 Lodi, 9.30 Adorazione eucaristica,
11 Messa, 17.30 Rosario, 17.55 Secondi Vespri,
18.30 Messa.
Lunedì 26 giugno 6 Ufficio delle Letture, 7 Lodi, 12.40 Ora media, 17.30 Rosario, 17.55 Vespri,
18.30 Messa, 19.15 Lectio Divina.
Martedì 27 giugno,
S. Cirillo d’Alessandria
6 Ufficio delle Letture, 7 Lodi,
10 Messa a Villa Paola, 12.40 Ora media, 17.30 Rosario, 17.55 Vespri,
18.30 Messa, 19.15 Lectio Divina.
Mercoledì 28 giugno,
S. Ireneo
6 Ufficio delle Letture, 7 Lodi, 12.40 Ora media, 17.30 Rosario, 17.55 Vespri,
18.30 Messa vespertina nella Vigilia della Solennità dei Ss. Pietro e Paolo, 19.15 Lectio Divina.
Giovedì 29 giugno,
Solennità dei Ss. Pietro e Paolo
6 Ufficio delle Letture, 7 Lodi, 17.30 Rosario, 17.55 Vespri,
18.30 Messa, 19.15 Lectio Divina.
Venerdì 30 giugno,
Ss. Primi martiri della Chiesa di Roma
6 Ufficio delle Letture, 7 Lodi, 17.30 Rosario, 17.55 Vespri,
18.30 Messa, 19.15 Lectio Divina.
Sabato 1 luglio,
B. Ferdinando Maria Baccilieri
17.30 Rosario, 17.55 Primi Vespri,
18.30 Messa prefestiva, 19.15 Lectio Divina.
Domenica 2 luglio,
XIII del tempo ordinario
6.30 Ufficio delle Letture, 8 Lodi,
9.30 Messa con battesimo.

AVVISI

Nelle domeniche di luglio e agosto si celebra soltanto una S. Messa alle ore 9.30. Dal lunedì al sabato si celebra come al solito la S. Messa alle ore 18.30.

Estate Ragazzi termina venerdì 30 giugno.

Sabato 24 giugno dopo la S. Messa si svolge una cena di autofinanziamento per le spese della Parrocchia.

NOTIZIE DELLA PARROCCHIA DI S. EGIDIO

Anno 2017 Numero 14 giovedì 22 giugno 2017

Il Papa a Barbiana

Cari fratelli e sorelle, vi riporto il discorso tenuto martedì 20 giugno dal Papa Francesco a Barbiana presso la Parrocchia nella quale ha esercitato il suo ministero don Lorenzo Milani. Vi auguro ogni bene nel Signore. Dio vi benedica e vi doni pace. Don Giuseppe

 

Cari fratelli e sorelle, sono venuto a Barbiana per rendere omaggio alla memoria di un sacerdote che ha testimoniato come nel dono di sé a Cristo si incontrano i fratelli nelle loro necessità e li si serve, perché sia difesa e promossa la loro dignità di persone, con la stessa donazione di sé che Gesù ci ha mostrato, fino alla croce.

  1. Mi rallegro di incontrare qui coloro che furono a suo tempo allievi di don Lorenzo Milani, alcuni nella scuola popolare di San Donato a Calenzano, altri qui nella scuola di Barbiana. Voi siete i testimoni di come un prete abbia vissuto la sua missione, nei luoghi in cui la Chiesa lo ha chiamato, con piena fedeltà al Vangelo e proprio per questo con piena fedeltà a ciascuno di voi, che il Signore gli aveva affidato. E siete testimoni della sua passione educativa, del suo intento di risvegliare nelle persone l’umano per aprirle al divino. Di qui il suo dedicarsi completamente alla scuola, con una scelta che qui a Barbiana egli attuerà in maniera ancora più radicale. La scuola, per don Lorenzo, non era una cosa diversa rispetto alla sua missione di prete, ma il modo concreto con cui svolgere quella missione, dandole un fondamento solido e capace di innalzare fino al cielo. E quando la decisione del Vescovo lo condusse da Calenzano a qui, tra i ragazzi di Barbiana, capì subito che se il Signore aveva permesso quel distacco era per dargli dei nuovi figli da far crescere e da amare. Ridare ai poveri la parola, perché senza la parola non c’è dignità e quindi neanche libertà e giustizia: questo insegna don Milani. Ed è la parola che potrà aprire la strada alla piena cittadinanza nella società, mediante il lavoro, e alla piena appartenenza alla Chiesa, con una fede consapevole. Questo vale a suo modo anche per i nostri tempi, in cui solo possedere la parola può permettere di discernere tra i tanti e spesso confusi messaggi che ci piovono addosso, e di dare espressione alle istanze profonde del proprio cuore, come pure alle attese di giustizia di tanti fratelli e sorelle che aspettano giustizia. Di quella piena umanizzazione che rivendichiamo per ogni persona su questa terra, accanto al pane, alla casa, al lavoro, alla famiglia, fa parte anche il possesso della parola come strumento di libertà e di fraternità.
  2. Sono qui anche alcuni ragazzi e giovani, che rappresentano per noi i tanti ragazzi e giovani che oggi hanno bisogno di chi li accompagni nel cammino della loro crescita. So che voi, come tanti altri nel mondo, vivete in situazioni di marginalità, e che qualcuno vi sta accanto per non lasciarvi soli e indicarvi una strada di possibile riscatto, un futuro che si apra su orizzonti più positivi. Vorrei da qui ringraziare tutti gli educatori, quanti si pongono al servizio della crescita delle nuove generazioni, in particolare di coloro che si trovano in situazioni di disagio. La vostra è una missione piena di ostacoli ma anche di gioie. Ma soprattutto è una missione. Una missione di amore, perché non si può insegnare senza amare e senza la consapevolezza che ciò che si dona è solo un diritto che si riconosce, quello di imparare. E da insegnare ci sono tante cose, ma quella essenziale è la crescita di una coscienza libera, capace di confrontarsi con la realtà e di orientarsi in essa guidata dall’amore, dalla voglia di compromettersi con gli altri, di farsi carico delle loro fatiche e ferite, di rifuggire da ogni egoismo per servire il bene comune. Troviamo scritto in Lettera a una professoressa: «Ho imparato che il problema degli altri è eguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia». Questo è un appello alla responsabilità. Un appello che riguarda voi, cari giovani, ma prima di tutto noi, adulti, chiamati a vivere la libertà di coscienza in modo autentico, come ricerca del vero, del bello e del bene, pronti a pagare il prezzo che ciò comporta. E questo senza compromessi.
  3. Infine, ma non da ultimo, mi rivolgo a voi sacerdoti che ho voluto accanto a me qui a Barbiana. Vedo tra voi preti anziani, che avete condiviso con don Lorenzo Milani gli anni del seminario o il ministero in luoghi qui vicini; e anche preti giovani, che rappresentano il futuro del clero fiorentino e italiano. Alcuni di voi siete dunque testimoni dell’avventura umana e sacerdotale di don Lorenzo, altri ne siete eredi. A tutti voglio ricordare che la dimensione sacerdotale di don Lorenzo Milani è alla radice di tutto quanto sono andato rievocando finora di lui. La dimensione sacerdotale è la radice di tutto quello che ha fatto. Tutto nasce dal suo essere prete. Ma, a sua volta, il suo essere prete ha una radice ancora più profonda: la sua fede. Una fede totalizzante, che diventa un donarsi completamente al Signore e che nel ministero sacerdotale trova la forma piena e compiuta per il giovane convertito. Sono note le parole della sua guida spirituale, don Raffaele Bensi, al quale hanno attinto in quegli anni le figure più alte del cattolicesimo fiorentino, così vivo attorno alla metà del secolo scorso, sotto il paterno ministero del venerabile Cardinale Elia Dalla Costa. Così ha detto don Bensi: «Per salvare l’anima venne da me. Da quel giorno d’agosto fino all’autunno, si ingozzò letteralmente di Vangelo e di Cristo. Quel ragazzo partì subito per l’assoluto, senza vie di mezzo. Voleva salvarsi e salvare, ad ogni costo. Trasparente e duro come un diamante, doveva subito ferirsi e ferire» (N. Fabbretti, “Intervista a Mons. Raffaele Bensi”, Domenica del Corriere, 27 giugno 1971). Essere prete come il modo in cui vivere l’Assoluto. Diceva sua madre Alice: «Mio figlio era in cerca dell’Assoluto. Lo ha trovato nella religione e nella vocazione sacerdotale». Senza questa sete di Assoluto si può essere dei buoni funzionari del sacro, ma non si può essere preti, preti veri, capaci di diventare servitori di Cristo nei fratelli. Cari preti, con la grazia di Dio, cerchiamo di essere uomini di fede, una fede schietta, non annacquata; e uomini di carità, carità pastorale verso tutti coloro che il Signore ci affida come fratelli e figli. Don Lorenzo ci insegna anche a voler bene alla Chiesa, come le volle bene lui, con la schiettezza e la verità che possono creare anche tensioni, ma mai fratture, abbandoni. Amiamo la Chiesa, cari confratelli, e facciamola amare, mostrandola come madre premurosa di tutti, soprattutto dei più poveri e fragili, sia nella vita sociale sia in quella personale e religiosa. La Chiesa che don Milani ha mostrato al mondo ha questo volto materno e premuroso, proteso a dare a tutti la possibilità di incontrare Dio e quindi dare consistenza alla propria persona in tutta la sua dignità.

4. Prima di concludere, non posso tacere che il gesto che ho oggi compiuto vuole essere una risposta a quella richiesta più volte fatta da don Lorenzo al suo Vescovo, e cioè che fosse riconosciuto e compreso nella sua fedeltà al Vangelo e nella rettitudine della sua azione pastorale. In una lettera al Vescovo scrisse: «Se lei non mi onora oggi con un qualsiasi atto solenne, tutto il mio apostolato apparirà come un fatto privato…». Dal Card. Silvano Piovanelli, di cara memoria, in poi gli Arcivescovi di Firenze hanno in diverse occasioni dato questo riconoscimento a don Lorenzo. Oggi lo fa il Vescovo di Roma. Ciò non cancella le amarezze che hanno accompagnato la vita di don Milani – non si tratta di cancellare la storia o di negarla, bensì di comprenderne circostanze e umanità in gioco –, ma dice che la Chiesa riconosce in quella vita un modo esemplare di servire il Vangelo, i poveri e la Chiesa stessa. Con la mia presenza a Barbiana, con la preghiera sulla tomba di don Lorenzo Milani penso di dare risposta a quanto auspicava sua madre: «Mi preme soprattutto che si conosca il prete, che si sappia la verità, che si renda onore alla Chiesa anche per quello che lui è stato nella Chiesa e che la Chiesa renda onore a lui… quella Chiesa che lo ha fatto tanto soffrire ma che gli ha dato il sacerdozio, e la forza di quella fede che resta, per me, il mistero più profondo di mio figlio… Se non si comprenderà realmente il sacerdote che don Lorenzo è stato, difficilmente si potrà capire di lui anche tutto il resto. Per esempio il suo profondo equilibrio fra durezza e carità» (N. Fabbretti, “Incontro con la madre del parroco di Barbiana a tre anni dalla sua morte”, Il Resto del Carlino, Bologna, 8 luglio 1970. Il prete «trasparente e duro come un diamante» continua a trasmettere la luce di Dio sul cammino della Chiesa. Prendete la fiaccola e portatela avanti! Grazie.

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