Via San Donato, 38
40127 BOLOGNA
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S.Messe

Domenica: ore 9 e 11
Lunedì: ore 7 e 18.30
Martedì: ore 7 e 18.30
Mercoledì: ore 7 e 18.30
Giovedì: ore 7 e ore 18.30
Venerdì: ore 7 e ore 18.30
Sabato e prefestivi: ore 18.30

Confessioni

Su appuntamento oppure prima o dopo le Messe

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PROGRAMMA LITURGICO dal 2 al 9 luglio 2017

Domenica 2 luglio, XIII del tempo ordinario, 6.30 Ufficio delle Letture, 8 Lodi, 9.30 Messa con battesimi.

Lunedì 3 luglio, S. Tommaso, 6 Ufficio delle Letture, 7 Lodi, 12.40 Ora media, 17.30 Rosario, 17.55 Vespri, 18.30 Messa, 19.15 Lectio Divina.

Martedì 4 luglio, S. Elisabetta di Portogallo, 6 Ufficio delle Letture, 7 Lodi, 12.40 Ora media, 17.30 Rosario, 17.55 Vespri, 18.30 Messa, 19.15 Lectio Divina.

Mercoledì 5 luglio, S. Antonio Maria Zaccaria, 6 Ufficio delle Letture, 7 Lodi, 12.40 Ora media, 17.30 Rosario, 17.55 Vespri, 18.30 Messa, 19.15 Lectio Divina.

Giovedì 6 luglio, S. Maria Goretti, 6 Ufficio delle Letture, 7 Lodi, 17.30 Rosario, 17.55 Vespri, 18.30 Messa, 19.15 Lectio Divina.

Venerdì 7 luglio, 6 Ufficio delle Letture, 7 Lodi, 17.30 Rosario, 17.55 Vespri, 18.30 Messa, 19.15 Lectio Divina.

Sabato 8 luglio, B. Ferdinando Maria Baccilieri, 17.30 Rosario, 17.55 Primi Vespri, 18.30 Messa prefestiva, 19.15 Lectio Divina.

Domenica 9 luglio, XIV del tempo ordinario, 6.30 Ufficio delle Letture, 8 Lodi, 9.30 Messa.

 

AVVISI

 

Nelle domeniche di luglio e agosto si celebra soltanto una S. Messa alle ore 9.30. Dal lunedì al sabato si celebra come al solito la S. Messa alle ore 18.30.

 

Sabato 8 luglio alle 17 si riunisce la Caritas parrocchiale.

 

NOTIZIE DELLA PARROCCHIA DI S. EGIDIO

 

Anno 2017 Numero 15 sabato 1 luglio 2017

 

Un grande amico

 

Cari fratelli e sorelle, nei giorni scorsi è ritornato al Signore un mio grande amico, Luigi Pedrazzi, cattolico molto noto a Bologna e in Italia per il suo molteplice e variegato impegno intellettuale, politico, culturale ed ecclesiale. Ho molti ricordi legati alla sua persona e alla sua famiglia, che mi hanno accompagnato dagli anni ormai lontani del liceo a pochi giorni fa. Mi piace condividere con voi, tra gli altri, un breve tratto (pp. 41-43) di un suo scritto, Il mio vissuto eucaristico, pubblicato con una prefazione di Walter Vitali per il Mulino – Alfa Tape nel 1997 in occasione del XXIII Congresso Eucaristico Nazionale che si tenne a Bologna. Troverete anche un cenno ad una via della nostra parrocchia.

Vi auguro ogni bene nel Signore. Dio vi benedica e vi doni pace.

Don Giuseppe

 

Il mio radicamento nelle convinzioni proprie della tradizione cristiana si appoggia sulla serietà con cui la morte è conosciuta e riconosciuta essenziale: non a caso, fu qualche anno dopo la morte del babbo, durante la guerra, che percepii l’importanza di unire l’esperienza del morire con parole ricevute nelle preghiere. I bellissimi Salmi non mi parvero solo poesia: «Rivelami Signore la mia fine; quale sia la misura dei miei giorni e saprò quanto è breve la mia vita. Vedi, in pochi palmi hai misurato i miei giorni, la mia esistenza davanti a te è un nulla. Solo un soffio è ogni uomo che vive, come ombra è l’uomo che passa»: fu Contessi, un amico fine letterato che, insieme a Montale e Ungaretti, in casa sua, in Via Zanolini, anni prima di fare insieme il Mulino, mi fece ascoltare con attenzione i Salmi: «Per quanto si paghi il riscatto di una vita, non potrà mai bastare per vivere senza fine e non vedere la tomba. Vedrà morire i sapienti; lo stolto e l’insensato periranno insieme e lasceranno ad altri le loro ricchezze. Il sepolcro sarà loro casa per sempre, loro dimora per tutte le generazioni, eppure hanno dato il loro nome alla terra. Ma l’uomo nella prosperità non comprende, è come gli animali che periscono… Questa è la sorte di chi confida in se stesso, l’avvenire di chi si compiace nelle sue parole. Come pecore sono avviati agli inferi, sarà loro pastore la morte; scenderanno a precipizio nel sepolcro, svanirà ogni loro parvenza; gli inferi saranno la loro dimora…».

Oppure: «Tu fai ritornare l’uomo in polvere e dici: “Ritornate, figli dell’uomo”. Ai tuoi occhi, mille anni sono come il giorno di ieri che è passato, come un turno di veglia nella notte. Li annienti: li sommergi nel sonno: sono come l’erba che germoglia al mattino: al mattino fiorisce, germoglia, alla sera è falciata e dissecca… Gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per i più robusti, ma quasi tutti sono fatica, dolore; passano presto e noi ci dileguiamo».

Questo realismo biblico circa la condizione effettuale dell’uomo, è forse stato vinto e dissolto, nell’insieme rivelativo delle Sacre Scritture, da una mistificazione superiore, con l’elaborazione, umana e compensatoria, di un «Dio Che salva»? Negli anni della Congregazione mariana, con i padri Gesuiti, e poi all’Università, con professori e compagni, non tutto lo studio fu finalizzato solo a sostenere esami: ci si confrontava pure con grandi alternative di pensiero, con fedi attive nella storia. Nell’orizzonte delle mie amicizie fu normale vedere che ci si poteva allontanare da adesione e pratica della fede ebraico-cristiana e non trovarsi nudi nella vita intellettuale e spirituale.

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